È l'esempio più eclatante del barocco in Salento: la Basilica di Santa Croce a Lecce. Una perla che non si può fare a meno di visitare se vi trovate nella città pugliese.
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La storia dell’emblema di Lecce
La nascita della chiesa è legata a un aneddoto particolare. La prima pietra venne infatti posata nel 1549 per volere dei padri Celestini. La nuova costruzione fu avviata nello stesso luogo dove tempo prima sorgevano il monastero e il tempio costruiti per ordine del conte di Lecce, Gualtiero VI di Brienne.
I lavori durarono fino al 1646, come testimonia la data che si può leggere sotto il grande rosone, e furono seguiti nelle varie fasi dai migliori architetti e scalpellini che la città salentina potesse offrire.
Ad oggi, la Basilica di Santa Croce a Lecce rappresenta uno dei più importanti simboli non solo della città, ma di tutto il Salento. La ricchezza artistica e architettonica e la suggestiva cornice del centro storico leccese rendono questo monumento una tappa imperdibile durante una vacanza nel Tacco d’Italia.
La facciata della Basilica di Santa Croce
Il primo impatto alla vista della facciata della Basilica di Santa Croce a Lecce è di meraviglia e stupore. Le colonne, i ceselli e tutti gli elementi che la compongono trasmettono le idee degli architetti che si alternarono ai lavori.
L’ideazione dell’impianto della basilica, così come la costruzione fino alla parte inferiore, di matrice classica, deve la propria configurazione al genio di Gabriele Riccardi. I tre portali vennero invece realizzati da Francesco Zimbalo nel 1606, mentre la parte superiore della facciata venne costruita e seguita dal terzo architetto Cesare Penna. A lui va il merito di aver animato la pietra leccese plasmandola con le forme barocche che si ammirano tuttora.
Alla scoperta degli interni della Basilica di Santa Croce
La bellezza della basilica non si può ammirare soltanto guardando la sua facciata: anche gli interni nascondono tesori di grande pregio. Uno dei capolavori più particolari che potrete vedere è la Cappella di Sant’Oronzo. Sopra l’altare di questa cappella che si trova sulla navata destra c’è un dipinto raffigurante il Santo Patrono di Lecce intento a salvare la città dal terremoto del 1743. La peculiarità sta nei versi in dialetto salentino che raccontano l’accaduto, ringraziando il santo per il miracolo. Molti visitatori incuriositi si cimentano in traduzioni.
Sempre sulla navata destra si può ammirare il Trionfo della Croce, il celebre altare opera di Cesare Penna che con le sue colonne, i suoi decori e la balaustra, sembra una riproposizione in scala della facciata esterna.
Tra le decine di cappelle e i diversi altari che si trovano all’interno della basilica, salta di certo all’occhio il raffinato Altare di San Francesco realizzato da Francesco Antonio Zimbalo. Con i suoi 12 rilievi, incastonati tra le colonne, viene raccontata, quasi come una sorta di libro, la vita del santo con riferimento anche alla predizione della caduta di Otranto in mano ai Turchi.
Segno tangibile dei lavori di costruzione commissionati dall’ordine dei Celestini è la presenza di un monumento funebre dedicato a Mauro Leopardo, abate del convento dei Celestini.
Altro tassello imprescindibile in una chiesa è l’organo. Questo è forse l’unico elemento tipico all’interno della basilica salentina a essere moderno: è stato infatti costruito nel Novecento.
Oggi la Basilica di Santa Croce, dopo i numerosi interventi di restauro, vive una seconda giovinezza. Centinaia di riflettori mettono in risalto la bellezza del monumento e aggiungono quell’alone di fascino e bellezza che vi lascerà ancora di più a bocca aperta.